I Magnifici Quattro

Victor disse che era tempo di andare. Il pub doveva chiudere,
La musica finire e picchiò uno stonk sulla saracinesca.
Tre stavano in uno: musica
Blues. Sei mani per quattro
Quarti pronti via e intorno fantasmi
Di ballerine senza veli, profumo
Di mirto.

Stonk

Stava tutto concentrato
L’incantesimo. Contratto
E io vedevo che cresceva.
Stefano teneva la curva, la teneva per i capelli.
Oddio, la notte!
È arrivata e li ha fatti ubriacare.
Vedono sotto i vestiti.

Stonk.

Salvatore è un galantuomo e un ballo non può rifiutarlo.
Musa bella dove mi porti?
E io vedevo anche lei che si passava la lingua sulle labbra
E respirava il colletto al suonatore.
Il suonatore pregava,
La musa beveva come un vampiro.

Stonk.

La musa beveva come un vampiro e fletteva la schiena.

Stonk.

Meglio perderci allora? Mi tuffo nel bicchiere e ritiro le scuse, signorina.

Stonk.

Victor disse che era serio, che non c’era da scherzare e
Guardò fuori con aria preoccupata. La città teneva il fiato un metro sopra le strade.
Non mi piace. Non mi piace per niente, questa è la notte che porta le chiavi.
Se riesce a trovarci decide lei dentro o fuori. Muovete le
Chiappe.

Stonk
Dling

Armando era un lupo, era un indiano piegato sui tamburi.
Con la testa di lupo ringhiava l’idioma del tempo e delle sue perturbazioni.
Tagliava le nuvole di fumo in dodici battute.

Stonk

Se apro le ali adesso volo via, pensai, in fondo siamo tutti
Ammalati di qualcosa.

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1 thoughts on “I Magnifici Quattro

  1. kovalski ha detto:

    victor
    salvatore
    stefano
    armando
    e stonk
    fa 5, mica 4

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